Per staccare il biglietto….

…di accesso alle coppe europee, in particolare quello dell’Europa League, oggi basterebbe anche un pareggio. Meglio una vittoria. Ma un pareggio basta.
Poi l’accesso alla coppa “povera” sarebbe completato.
Una coppa che di solito porta parecchi problemi, soprattutto logistici: spesso le trasferte sono da posti assurdi, con orari assurdi, con l’aggiunta che l’aeroporto di Firenze chiude alle 23, ed il turno di campionato arriva alla domenica, dopo due giorni dalla partita europea.
Ma che si fa, si deve snobbare?
Direi assolutamente di no. Anzi, è da tenere in forte considerazione. Perché dai risultati di Europa League dipendono sia il ranking UEFA per nazioni, che, se migliorato, potrebbe riavvicinarci al quarto slot per la Champions, ed anche il ranking della squadra, utile in caso di partecipazione nella competizione più importante.
Invece, di solito, le squadre italiane sgomitano per ottenere un posto in Europa, salvo poi rimediare figure barbine schierando le terze e quarte linee, e finendo fuori dalla gara fin da subito (vedi Udinese quest’anno e Roma l’anno scorso).
Io sono del parere che sarebbe bene ripetere quanto fatto qualche anno fa, epoca Prandelli, quando la Fiorentina rischiò di finire in finale di Europa League.
Ecco perché oggi serve il massimo impegno per schiacciare le cavallette svizzere, magari con un gol di Gomez.
Nota a margine: stasera ci sarà il debutto ufficiale di due nuove piccole tifose sui gradini della Curva Fiesole. Cresce sempre la famiglia viola!

10 pensieri su “Per staccare il biglietto….

  1. I 5 SOGNI DEL TIFOSO VIOLA

    La squadra satellite
    Il Milan ha trovato nel Genoa una squadra che gli viene in soccorso ogni volta che c’é da scaricare un giocatore vecchio, valorizzare un giocatore giovane o fare un intrallazzo tra presidenti e procuratori. La Fiorentina tenta da anni di trovare un alleato altrettanto affidabile, ma é riuscita a “fare amicizia” soltanto con delle società della bassa serie B. Squadre di così modesta caratura non possono aiutarci più di tanto: le nostre pippe non accettano di andare lì, i nostri giovani giocheranno poco perché per salvarsi serve esperienza, gli acquisti in tandem non si possono fare perché le società di serie B non hanno soldi… così, ogni volta che il nostro direttore sportivo avvia una partnership con un club della serie cadetta, noi speriamo che essa si concluda il prima possibile, visto che questi rapporti d’ affari hanno già bruciato innumerevoli talenti della nostra Primavera.

    I Della Valle che iniziano a spendere
    I nostri proprietari hanno il braccino corto, in 10 anni l’ abbiamo capito e ce ne siamo fatti una ragione. Ci sono delle Estati come questa in cui, sull’ onda di una stagione positiva, ritrovano la passione degli esordi e scuciono qualche soldino in più del solito, ma l’ atteggiamento più frequente é un altro. In linea generale l’ obiettivo non é alzare il livello tecnico della squadra, ma abbassarne il monte ingaggi; se abbiamo in rosa dei giocatori forti, non ne acquistiamo degli altri ancora più forti, ma li cediamo e li sostituiamo con dei giovani dall’ incerto avvenire; se dobbiamo acquistare un giocatore, non sarà mai un acquisto a titolo definitivo, ma un prestito o, quando i Della Valle vogliono proprio svenarsi, addirittura una comproprietà. Così un giocatore come Cuadrado, che potevamo comprare a titolo definitivo per 5 milioni, adesso dovremo pagarlo 25 per avere la seconda metà: che affarone, eh?

    La cessione di Vargas
    Questo giocatore ha fatto le prime 3 stagioni a livelli da Real Madrid. Juan Manuel Vargas era Bale prima di Bale, e chi l’ ha visto giocare in quegli anni sa benissimo che non é un’ esagerazione.
    Poi c’é stato un vertiginoso calo di rendimento, un declino talmente drastico che alla fine abbiamo deciso di cederlo. Peccato che a quel punto nessuno era disposto a prenderlo, neanche a gratis. Sono due anni che bussiamo a tutte le porte, che ci inginocchiamo davanti a tutti i presidenti, che cerchiamo di dare in omaggio il suo cartellino alle squadre di mezzo mondo, e puntualmente Vargas ci viene rispedito al mittente come un regalo di pessimo gusto. Il che in effetti é esattamente ciò che lui é diventato.
    Il peruviano é la versione calcistica di quelle attrici che a 20 anni giravano 3 film all’ anno ed erano su tutte le copertine, e a 30 si ritrovano a dover vendere i vestiti per comprarsi un hamburger dal McDonald’s. Dove potrebbe finire a lavorare lo stesso Vargas, visto che l’ anno prossimo arriverà la sospirata scadenza del suo contratto.

    La vittoria contro la Juve
    Due volte l’ anno la Fiorentina incontra l’ avversaria più odiata. E ogni volta, anche se in quel momento la Juve é prima e la Fiorentina quindicesima, anche se la Juve viene da un 4 – 0 e la Fiorentina da 3 sconfitte consecutive, anche se la Juve ha la rosa al completo e noi 10 assenze tra infortuni e squalifiche, il pensiero é uno solo: DOBBIAMO BATTERLA. Non pareggiare: quello sarebbe peggio di una sconfitta, perché ti resterebbe in bocca il retrogusto amaro di un’ impresa rimasta a metà. O 3 punti o nulla. E siccome una sconfitta della Juve contro la Fiorentina é più rara di una pioggia di rane, la partita più attesa prima é spesso quella che porta le più grandi amarezze dopo.

    Lo scudetto
    Di norma i tifosi delle provinciali accettano la loro dimensione: sanno che lo scudetto é un affare riservato alle grandi, che la Champions League é il massimo traguardo raggiungibile e che é meglio rassegnarsi a questa situazione, onde evitare cocenti delusioni. IL FIORENTINO NO. Il tifoso viola all’ inizio di ogni stagione é FERMAMENTE CONVINTO che vincerà lo scudetto, o almeno lotterà per vincerlo. La sua non é una speranza, non é un vago progetto, ma un’ assoluta certezza. Ed é inutile che tu cerchi di farlo ragionare con mille argomentazioni una più schiacciante dell’ altra: nella sua testa la Fiorentina é capace di ogni impresa, anche di battere 4 – 0 il Barcellona in finale di Champions League.

    I 5 INCUBI DEL TIFOSO VIOLA

    Gli infortuni
    Il problema é sempre il solito: le provinciali hanno una rosa più corta delle big, e soprattutto delle riserve cento volte più scarse dei titolari, e quindi per noi un infortunio può davvero cambiare una stagione da così a così. Ad esempio, l’ anno scorso ci é mancato Pizarro per una decina di partite, e in quelle occasioni, quando lo speaker annunciava il nome del suo sostituto (Olivera o Migliaccio), noi sapevamo già che quel giorno non avremmo vinto.

    Gli acquisti dalle grandi squadre
    Quando un giocatore fallisce in una big, inevitabilmente tenterà di rilanciarsi in una provinciale. Il problema é che, dopo essere stato cacciato da una grande squadra, quel giocatore vivrà il resto della sua carriera con il rimpianto di non aver sfondato ad alti livelli, e quindi ciondolerà per il campo con fare malinconico, con un’ indolenza che il pubblico fiorentino, amante dei giocatori tutta grinta alla Gattuso, semplicemente non può sopportare.

    I cali di rendimento
    C’erano i tempi in cui giocatori come Toldo, Rui Costa e Batistuta erano delle garanzie assolute. Ogni anno partiva una nuova stagione, e potevi essere sicuro che il primo avrebbe parato, il secondo avrebbe fatto gli assist e il terzo avrebbe fatto i gol. Per loro il tempo non passava mai, ogni stagione era la fotocopia della precedente.
    Adesso una sorta di maledizione sembra essere piombata sui giocatori della Fiorentina. Quando uno dei nostri comincia a giocar bene, la trafila é sempre la solita: una stagione da fuoriclasse, una seconda stagione in cui fallisce la consacrazione ma si mantiene su livelli discreti, e una terza in cui dimostra di aver smarrito del tutto il proprio talento.

    Ramadani
    La parte dedicata a lui ho dovuto riscriverla dieci volte, perché ogni volta mi venivano fuori delle offese da denuncia. Questo procuratore é una figura a metà tra il burattinaio e l’ incantatore di serpenti, un viscido manipolatore che trova sempre il modo di piegarti al suo volere e di sconfiggerti anche quando credi di aver vinto. Per riuscirci usa tutti i trucchi più subdoli: gioca sulle scadenze dei contratti, fa rilasciare ai suoi giocatori delle interviste in cui chiedono di andar via, quando rinnova i contratti ti fa mettere la clausola rescissoria… un consiglio a tutti i direttori sportivi: isolatelo, boicottatelo, non comprate un suo giocatore nemmeno se ve lo offrono a zero euro e con ingaggio al minimo sindacale. E’ nel vostro interesse: non é piacevole avere a che fare con un procuratore che riesce a trasformare anche la trattativa più semplice in una interminabile partita a scacchi, quando non in un’ ignobile farsa.

    Gli osservatori
    Potendo noi viola metteremmo davanti alla tribuna un cartello giallo con una scritta nera: Vietato l’ ingresso agli osservatori. Per quale motivo? Perché il loro arrivo é l’ inizio della fine: ogni volta che un nostro giocatore si accorge di venire seguito da una grande, un po’ perché gli tremano le gambe, un po’ perché la nostra dimensione comincia a stargli stretta, praticamente smette di giocare. Il caso più emblematico é Jovetic, che da Marzo in poi ha fatto gol soltanto al Pescara: evidentemente ha sentito profumo di grande squadra, e quindi gli era passata la voglia di impegnarsi per la Fiorentina. Come dite? E’ quella stessa società che l’ ha rimesso in piedi dopo un doppio infortunio al legamento? Beh, era nel loro interesse, risponderebbe Stevan con il cuore gonfio di gratitudine.

    • Buongiorno, amico viola.
      Il tuo intervento è molto interessante, ben scritto e circostanziato.
      Onestamente però non sento di condividere con te molti punti che scrivi con tanta chiarezza.
      Proprio perché sono viola e fiorentino, per DNA me ne infischio di avere squadre satellite con cui fare quello che tu hai ben descritto e sono anzi orgoglioso di far da solo: del resto per squadra satellite un tempo si intendeva proprio avere una squadra di categoria inferiore da cui attingere giovani promesse o far crescere qualche giocatore, non certo potenziali avversarie, segno del declino anche morale in cui siamo caduti nel calcio moderno.
      Riguardo ai Della Valle, che io stesso ho aspramente criticato in passato (il mio socio di questo blog lo sa, abbiamo avuto anche degli scontri verbali in proposito, soprattutto quando vi fu l’allontanamento di Prandelli e nei periodi successivi), non sono affatto d’accordo col “braccino corto” che pare sia diventata ormai un’etichetta francamente incomprensibile: proprio perché dobbiamo essere consci della nostra dimensione, nonché delle enormi difficoltà ad acquisire uno stadio nuovo con tanto di “cittadella”, che avrebbe di fatto consentito alla Fiorentina di fare un salto di qualità rimasto sempre solo sulla carta, era assolutamente ovvio ed inevitabile operare in regime di “fair play finanziario”.
      Su Vargas concordo, anche non mi verrebbe in mente di mettere fra i miei desideri una sua cessione: sinceramente non me ne importa granché, pazienza per il milione di ingaggio annuo buttato letteralmente dalla finestra, ma a noi ce ne importa il giusto…
      Veniamo a LA PARTITA: tutto vero, anch’io faccio orgogliosamente parte dei “provinciali” che darebbero qualunque cosa per vincerla. E’ l’essenza del calcio, la passione e l’irrazionalità che porta simili pensieri. E’ raro batterli? C’è tanta amarezza ogni volta che non li battiamo, cioè quasi sempre? E’ l’alto prezzo che pago e pago volentieri, che mi consente però di godere gioie indescrivibili e indimenticabili quelle poche volte che usciamo con la vittoria!
      Lo scudetto, pure, va in questa direzione: che male c’è a sognarlo? Ma che sogno è quello di arrivare secondi? Ho letto di qualcuno che sogna la Champions diretta, che vuol dire la Champions diretta se non scudetto? Oppure è un sogno arrivare secondi, magari proprio dietro la juve? Ma poi, tornando al calcio “pulito” (quello è un sogno!), non dovrebbe essere possibile che tutte le squadre possano arrivare a vincere, un po’ come accadeva fino a 20 o 30 anni fa?
      Per ragioni di tempo mi fermo qua, ma domani se ci riesco scrivo anche la risposta sui 5 incubi

      • E’ evidente che hai riflettuto attentamente sul mio commento e che hai speso molto tempo per rispondermi, e questo lo apprezzo moltissimo.
        Per quanto riguarda i Della Valle, il mio voleva essere un rimbrotto ironico a dei proprietari verso i quali nutro comunque una profonda gratitudine. Non scordiamo che ci hanno portato dalla C2 alla Champions League. La mia parziale insoddisfazione nasce dal fatto che i nostri proprietari hanno gli stessi soldi di un medio sceicco, e ne investono nella Fiorentina molti meno di quanti potrebbero. Gli perdono di non aver investito negli anni di Mihajlovic, perché lì non ne valeva la pena, non c’erano i presupposti per sognare in grande; ma negli anni di Prandelli, in cui la loro potenza economica avrebbe potuto davvero fare la differenza tra un quarto posto e qualcosa di più, i Della Valle avrebbero dovuto intervenire in modo molto più massiccio.
        Per quanto riguarda il Fair Play Finanziario, ogni volta che sento un presidente tirar fuori questa scusa mi verrebbe da prenderlo a schiaffi. “Fatta la legge trovato l’ inganno”, dicevano i latini: come lo aggirano PSG, Manchester City e compagnia bella, possiamo aggirarlo anche noi. Loro hanno uno sceicco? Lo ripeto: i Della Valle hanno gli stessi soldi di un medio sceicco.
        Per quanto riguarda lo scudetto, avrei piacere che i tifosi viola non lo sognassero per 2 motivi:
        1) Così facendo caricano la squadra di pressioni e aspettative superiori alle loro forze;
        2) Così facendo ci rimangono male tutti gli anni, e non riescono a godersi fino in fondo i traguardi più piccoli che la Fiorentina raggiunge.
        Attendo la tua risposta sui 5 incubi! Grazie ancora! : )

  2. Io sono un tifoso forse anomalo, ma non mi interessa avere lo sceicco e nemmeno uno che fa le cose che fanno i proprietari delle squadre che hai citato: sono molto più felice di avere una squadra costruita praticamente senza budget, come hanno fatto Pradè e Macia, piuttosto che una squadra fatta di colpi sensazionali alla Bale.
    Vorrei un calcio dove non sia possibile alterare gli equilibri di partenza con operazioni senza copertura e soldi messi di tasca dai magnati.
    E non mi fermo qui: vorrei anche un calcio dove vi sia maggior equilibrio finanziario e redistribuzione di risorse, almeno un po’ di più rispetto ad ora.
    Non pretendo che il Chievo abbia le stesse risorse dell’Inter, ma ci deve essere un livellamento maggiore (anche politico).
    Sogno la luna, lo so, ma non vorrei essere anche io con la mia Fiorentina a partecipare a questo scempio.
    Sono di passaggio e ti devo ancora una risposta…
    Un caro saluto da Sandro

    • Aggiungo, se posso, due righe pure io.
      Sarebbe bello avere una squadra satellite. Sulla carta, almeno. Perché quale possa essere l’interesse della suddetta società satellite, intendendone una che sia impegnata ad alti livelli ovviamente, per fare da punto di appoggio per un’altra società sarebbe da comprendere e spiegare, non a me, ma ai tifosi della squadra satellite. Perché se vai a chiedere ai tifosi genoani quanto siano felici di veder passare ogni anno dei giocatori verso Milan o Inter, ti risponderanno che sono furiosi con il loro presidente. E’ vero che potrebbero incassare un po’ di soldini per portare avanti la stagione, ma i risultati latiterebbero. Semmai sarebbe meglio attivare un campionato riserve, sullo stile di quello spagnolo, dove le formazioni “B” dei club più importanti possono fare delle partite vere: un meccanismo da studiare, sul quale alcune società italiane stanno ragionando, ma sul quale il solito palazzo frena.
      Sul discorso dell’equazione “Della Valle=Braccino corto” ha già detto tutto Sandro. Lo sono stati in passato, per due anni, quando c’era il regime di autofinanziamento stretto (gestione post Prandelli), ma probabilmente al momento serviva. E, ti dirò di più, il regime di autofinanziamento c’è ancora: la campagna acquisti di quest’anno si è fermata quando non c’erano più soldi in cassa. Ma a differenza dei precedenti due anni, i soldi sono stati spesi con oculatezza, andando a prendere delle giuste occasioni al giusto prezzo, anche costo zero. Semmai è stato modificato il tetto ingaggi, non più riferibile al singolo giocatore, ma all’intera rosa, e rispettando il parametro imposto dalle regole del FPF Uefa. Che sarà magari aggirato, ma intanto è meglio mettersi al riparo di eventuali sanzioni che, comunque, già quest’anno ci sono state, vedi Malaga.
      Inoltre, e mi fermo qua, avere lo sceicco o il petroliere russo sarebbe bellissimo, ma si rischierebbe: hai visto che è successo all’Anzhi, dove il proprietario prima ha speso un bel po’ di quattrini, poi s’è stufato, ed ha smantellato tutto?

      • Dimenticavo: il PSG è sotto inchiesta da parte dell’UEFA per la contabilizzazione retroattiva di un contratto di sponsorizzazione con il governo del Qatar, nazione del proprietario della squadra, e rischierebbe la squalifica dalle prossime competizioni europee perché con tale operazione avrebbe sforato il parametro del totale ingaggi/entrate. Magari lo salveranno con qualche cavillo, ma il rischio dell’esclusione c’è.

  3. …E anche il fresco Monaco ha già iniziato a scricchiolare e forse dovrà già rivendere Falcao.
    Ma torniamo all’amico che giustamente mi invita a rispondere sui 5 incubi.
    Partiamo dagli infortuni: secondo me è un incubo quando le forze avverse si scatenano, a noi ci è successo in passato varie volte e spesso nei momenti peggiori, vedi Bati nel ’98 (mi pare) o Jovetic e Mutu.
    Anche per quanto riguarda Pizarro o altri giocatori chiave, certo, però credo che anche una squadra come la juventus potrebbe trovarsi ad avere grandi problemi se per esempio si infortunasse Pirlo.
    Passiamo agli acquisti da grandi squadre: io non so se tu hai qualche esempio in mente, a me vengono tutti esempi opposti: per esempio Mutu è venuto da noi perché non trovava spazio e ha fatto le nostre fortune (gioie e dolori, diciamo, ma sicuramente tante gioie); l’anno scorso poi eravamo pieni di giocatori di livello da “ricostruire”, quindi non so, forse però mi sfugge qualche altro giocatore che è passato da noi, ma che evidentemente ho già rimosso…
    I cali di rendimento: anche qui non ti seguo granché.
    Negli anni di Prandelli una delle nostre armi è stata sicuramente la continuità e anche con Montella mi pare che molti giocatori abbiano avuto grande e costante rendimento, più o meno.
    Questo è l’anno semmai dove potremo fare questo tipo di analisi.
    Veniamo a Ramadani: premetto che mi stanno antipatici più o meno tutti i procuratori e anche lui.
    Detto questo io non sono d’accordo con te nemmeno questa volta!
    Prendiamo i casi Ljajic e Montolivo: secondo te chi è stato più leale e collaborativo fra i due rispettivi agenti?
    Prendiamo invece Jovetic, che voleva già andare via l’anno prima e che voleva ad ogni costo andare in quella squadra innominabile: siamo riusciti anche qui a farlo andare via un anno dopo e soprattutto dove volevamo noi.
    Prendiamo poi Seferovic: in scadenza di contratto, con lui che non voleva fare il secondo di Gomez, siamo riusciti a tirar fuori 3 milioni, pochi, pochissimi, ma con altri procuratori ci stava di prendere zero o poco più.
    Savic e soprattutto Rebic sono giocatori della sua scuderia.
    Ricordati che spesso, molto spesso, i procuratori ci mettono la faccia e si prendono le colpe quando fanno solo ciò che i loro assistiti gli chiedono di fare.
    Sull’ultimo punto, quello degli osservatori, mi allineo a te, però attenzione sta a noi, alla società, ai dirigenti e allo staff tecnico, creare un ambiente in cui nessuno abbia voglia di andar via e dove le tentazioni si riducano al massimo.
    Un caro saluto da Sandro e sempre FORZA VIOLA

    • Aggiungo anche il mio parere, già che ci sono.
      Gli infortuni sono una variabile imprevedibile, non controllabile assolutamente. E’ chiaro che nessuna squadra vorrebbe vedere giocatori chiave infortunati. Ma a volte il caso ci mette del suo, e serve un’idea per sopperire alla mancanza di alcuni giocatori. Può essere fatta nella scelta di un “vice”, oppure in un cambio di modulo. Alla Fiorentina di quest’anno, per esempio, sono state trovate delle soluzioni di sostituzione, tipo Cuadrado/Joaquim o Pasqual/Alonso, e delle soluzioni di cambio modulo, come si è visto nella partita col Genoa con un centrocampo a 4 e l’impiego di Ambrosini, il quale garantisce più copertura. Ma ci sono dei giocatori che sono insostituibili, la cui assenza porterebbe ad una variazione drastica del sistema di gioco: Sandro fa giustamente l’esempio di Pirlo, che potrebbe essere sostituito da Pogba, ma con caratteristiche tecniche molto differenti.
      Sui procuratori ripeto quel che ho scritto in passato. Ci sono procuratori e procuratori. Indubbiamente rispetto di più Ramadani del duo Branchini/Pallavicino. Ramadani, almeno, ha fatto anche il gioco della Fiorentina, dirottando Jovetic verso il City e Liajic verso Roma, nonostante i due avessero altre destinazioni preferite. Il duo sopra citato, procuratori di Montolivo, hanno fatto solo il gioco del Milan, reggendo la parte a Riccardino, il quale voleva andare nella squadra del pregiudicato, minacciando di fare delle fantasmagoriche rivelazioni sull’intera vicenda: hai trovato da qualche parte queste rivelazioni sconvolgenti? Io no. Tutto fumo e niente arrosto. Disonestà all’ennesima potenza.
      Con questo, io modificherei, e drasticamente, la regolamentazione dei rapporti squadre/giocatori, troppo sbilanciati a favore di quest’ultimi, con gli squali procuratori pronti a bussare a cassa di continuo.
      Saluti anche da parte di Enrico, e sempre Forza Viola! Quest’anno ci si diverte!!

  4. Per quanto riguarda gli acquisti flop dalle grandi squadre, argiapidetacchino ha ragione nel dire che gli esempi più recenti sono in controtendenza, e infatti é stato un incubo cui ho fatto riferimento tenendo in mente dei casi più datati: Amor, Mijatovic, Portillo eccetera.
    Per quanto riguarda i cali di rendimento invece gli esempi sono più freschi: Gilardino, Mutu, Frey, Vargas… da ciascuno di questi giocatori potevamo tirar fuori una barca di soldi, e invece la scelta di non venderli al momento opportuno ci ha costretto a darli via anni dopo ad un piatto di lenticchie o addirittura gratis.
    Ramadani invece non ce la faccio a rivalutarlo. Riconosco che, quando si arriva al muro contro muro, ha abbastanza buon senso da fare un passo indietro, e riconosco anche che, dopo averlo fatto, ci ha anche permesso di realizzare delle entrate da capogiro. Il punto però é che in una trattativa non bisognerebbe nemmeno arrivarci al muro contro muro, non dovrebbe mai esserci un braccio di ferro, dovrebbero esserci una società e un procuratore che trattano serenamente. Quando questo non succede, poiché i Della Valle non sono dei sergenti di ferro alla Lotito, istintivamente mi viene da dare la colpa al procuratore. Poi é chiaro che, seguendo la vicenda dall’ esterno e non conoscendo di persona nessuno dei personaggi coinvolti, potrei sbagliarmi, ma onestamente non credo.
    Per quanto riguarda la regolamentazione dei rapporti squadre/giocatori, sono convinto che se fosse possibile modificarla sarebbe stato fatto già da un pezzo. La sentenza Bosman é attiva da quasi 20 anni, e se in tutto questo tempo non sono state trovate delle contromisure allora é segno che il problema é irrisolvibile.
    Grazie ad entrambi per le risposte! : )

    • Purtroppo, e mi ripeto, la normativa attuale prevede un largo margine a favore dei calciatori rispetto alle società: questi possono accordarsi sottobanco con chiunque ed arrivare alla scadenza di contratto facendo un grosso danno alle società di appartenenza. E’ chiaro che sia interesse di alcuni squali (in particolare uno, quello che somiglia allo Zio Fester) portare a condizione simile il rapporto tra giocatore e vecchia squadra, in modo da risparmiare sul trasferimento, ma una specie di indennizzo dovrebbe essere comunque riconosciuto alla società che perde il giocatore. Però questo non succede: probabilmente perché è interesse di qualcuno mantenere questo status.
      E qui si innesta anche il discorso procuratori: dovrebbero essere regolamentati anche loro. Non ha senso andare a bussare a cassa per un incremento dell’ingaggio ogni sei mesi, come successe anni fa con Maicon e l’Inter. Se uno firma un contratto per quattro o cinque anni, questo dovrebbe essere non rinegoziabile almeno fino ad un paio di anni dalla scadenza. Invece i giocatori, e i procuratori ovviamente, tornano sempre a chiedere adeguamenti minacciando di andarsene da un’altra parte. Ovviamente è il loro interesse, ma il giocatore ha sempre un’arma in più: non mi adegui lo stipendio? E io minaccio di andarmene in un’altra squadra. Non mi fai andare? E io smetto di giocare.

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