Abbiamo un problema….

…anzi, al momento ne abbiamo più d’uno.
Qualificazione alla fase a gironi di Europa League conquistata, ma con tanta, troppa fatica.
Perché, come dicevo, ci sono alcuni problemi. Alcuni dovuti alla condizione di certi giocatori, ancora lontana dall’essere ottimale. E mi riferisco a Borja Valero, che per il momento non è incisivo come nella scorsa stagione, a Mario Gomez, ancora un po’ troppo pesante e poco reattivo nei movimenti, a quella della squadra in generale, che va in apnea dopo un’ora circa di partita.
Il problema principale, però, sta in porta.
Neto, sia chiaro, è un bravo ragazzo, probabilmente ha i mezzi tecnici giusti, ma manca di un requisito che ritengo fondamentale per un portiere: la pazzia.
Perché un portiere a volte esce in modo insensato, incurante di quelle che possono essere le conseguenze fisiche che potrebbe subire. Neto non ce l’ha questa vena di pazzia.
E manca di sicurezza. E’ anche vero che la tifoseria è un po’ prevenuta: ogni intervento che l’estremo difensore deve fare è preceduto da un sommesso brusìo di apprensione. E’ chiaro che questa mancanza di fiducia viene percepita dal giocatore, probabilmente un po’ troppo sensibile agli umori esterni. Se poi ci mette del suo, tipo il passaggio fatto ieri al giocatore del Grasshoppers, la frittata è fatta: da quel momento in poi non ha più avuto un briciolo di sicurezza nei suoi interventi, non ha più fatto un’uscita in presa che fosse una, ogni palla era che arrivava dalle sue parti era “scottante”. E questa sensazione di insicurezza viene trasmessa anche al resto della squadra.
Riepilogando, gli altri problemi possono essere risolti con l’entrata in condizione dei giocatori. Quello del portiere, invece, è un problemino un po’ più serio, e forse non risolvibile affidandosi al brasiliano. Andrebbe trovato un sostituto: ma chi?

Per staccare il biglietto….

…di accesso alle coppe europee, in particolare quello dell’Europa League, oggi basterebbe anche un pareggio. Meglio una vittoria. Ma un pareggio basta.
Poi l’accesso alla coppa “povera” sarebbe completato.
Una coppa che di solito porta parecchi problemi, soprattutto logistici: spesso le trasferte sono da posti assurdi, con orari assurdi, con l’aggiunta che l’aeroporto di Firenze chiude alle 23, ed il turno di campionato arriva alla domenica, dopo due giorni dalla partita europea.
Ma che si fa, si deve snobbare?
Direi assolutamente di no. Anzi, è da tenere in forte considerazione. Perché dai risultati di Europa League dipendono sia il ranking UEFA per nazioni, che, se migliorato, potrebbe riavvicinarci al quarto slot per la Champions, ed anche il ranking della squadra, utile in caso di partecipazione nella competizione più importante.
Invece, di solito, le squadre italiane sgomitano per ottenere un posto in Europa, salvo poi rimediare figure barbine schierando le terze e quarte linee, e finendo fuori dalla gara fin da subito (vedi Udinese quest’anno e Roma l’anno scorso).
Io sono del parere che sarebbe bene ripetere quanto fatto qualche anno fa, epoca Prandelli, quando la Fiorentina rischiò di finire in finale di Europa League.
Ecco perché oggi serve il massimo impegno per schiacciare le cavallette svizzere, magari con un gol di Gomez.
Nota a margine: stasera ci sarà il debutto ufficiale di due nuove piccole tifose sui gradini della Curva Fiesole. Cresce sempre la famiglia viola!

Fine della farsa

Dopo ben tre mesi di rimandi vari, alla fine la farsa su Liaijc è finita: il giovinotto se ne va, armi e bagagli, dalla Fiorentina.
Ma non al Milan, dove avrebbe sperato: alla Roma.
E questo è un altro tassello che accresce la credibilità della Fiorentina.
La quale s’è tolta di mezzo tutti gli assistiti di quel piazzista, tale Ramadani, da Seferovic, ad Jovetic, a Liaijc.
E se li è tolti di mezzo, soprattutto gli ultimi due, incassando parecchio, e mandandoli in destinazioni differenti da quelle che i due avrebbero gradito, ossia la Gobbentus per il montenegrino e i rossostrisciati per il ragazzotto serbo.
Due affari conclusi positivamente, soprattutto quello di Liajic: aveva un accordo con i rossostrisciati per andare a Milano il prossimo anno, a costo zero, e invece finisce alla Roma. La quale paga, e pure parecchio, considerando che è il valore giusto di un giocatore con il contratto in scadenza tra un anno. Inoltre i problemi finiranno addosso ai gallorossi, e me li aspetto a breve: il ragazzino ha i numeri giusti, ma gli manca la testa. In questi quattro anni fiorentini ha giocato bene solo per quattro mesi, mentre in precedenza ha fatto solo presenza scenica, fino ad arrivare alla scazzottata con Delio Rossi. Auguri.
Va comunque sottolineato le differenze con il caso di Riccardino da Caravaggio. Lui sì, finito a costo zero dallo zio Fester, dopo una sceneggiata sul rinnovo del contratto durata due anni interi, assistito da un procuratore noto e convinto tifoso viola, il quale aveva promesso scottanti rivelazioni relative all’affaire Montolivo, ma delle quali non s’è avuto traccia.
Anche tra i piazzisti (=procuratori) ci sono delle differenze. Meno male che Ramadani è un po’ più serio e non è tifoso viola convinto.

Buona la prima

Prima partita, prima vittoria, primi tre punti incassati.
E non era facile, il Catania è una buonissima squadra, che sa giocare bene, e che ieri era stata schierata in modo intelligente: raddoppi costanti su Pizarro, in modo da bloccare la fonte principale di gioco, pressione continua in tutto il campo. Darà sicuramente del filo da torcere a chiunque. Peccato per loro che si siano trovati davanti un Guillermo Cuadrado semplicemente devastante: il ragazzo sta bene, sta continuamente migliorando, ha preso fiducia nei propri mezzi. E’ sicuramente un giocatore che crescerà ancora, e farà ancor di più la differenza.
E Cuadrado è senza dubbio la nota più positiva della partita di ieri.
Assieme a Giuseppe Rossi. Si vede che l’italo-americano non ha ancora la tenuta piena per i 90 minuti, com’era ovvio dato i due anni di inattività, ma il giocatore c’è, e sta riacquistando la sicurezza del passato nei movimenti. Inoltre ha pure segnato, e questo per un attaccante è sempre un fattore positivo.
Altre note positive: la sicurezza di Gonzalo Rodríguez, un difensore che in Italia nessuno ha, preciso, elegante, con piedi sopraffini, sempre in grado di rilanciare l’azione; l’efficacia di Compper: questo è decisamente forte, non gli ho visto fare un errore nella partita di ieri, sicuramente un acquisti azzeccatissimo; la solita consistenza di Borja Valero, il padrone assoluto del centrocampo viola; la solita partita onesta di capitan Pasqual, la vera bandiera viola.
Da rivedere: Savic, che ogni tanto fa correre dei brividi ai tifosi; Aquilani, sicuramente frenato dalla gomitata ricevuta; Neto, che ieri si è comunque comportato più che degnamente, anche se scarsamente impegnato.
Discorso a parte per Mario Gomez. Il giocatore non si discute: è un campione. La sua corporatura necessita di tempo per farlo entrare in forma, è appesantito, ha bisogno di integrarsi al meglio con il resto della squadra. Vero che il palo a porta vuota grida vendetta, ma altri giocatori più di nome di lui hanno sbagliato gol più facili. Bollarlo come “Dertycia 2” mi pare un’assurdità colossale: non sto inventando, qualcuno l’ha proprio paragonato a Dertycia. Diamogli tempo, e farà la differenza.
Insomma, il regalo di compleanno ce lo siamo fatto. Tre punti alla prima di campionato fanno sempre bene. Guardiamo avanti con fiducia: ci aspetta il ritorno di Europa League contro le cavallette svizzere, che vanno schiacciate definitivamente.

Buon compleanno!

Quale miglior regalo di compleanno se non un risultato positivo?
Oggi la Fiorentina “storica” compie gli anni, essendo stata fondata il 26 agosto del 1926. Stiamo arrivando alla soglia dei novant’anni di vita della squadra viola, novantanni fatti di alti e bassi, di vittorie, di sconfitte, di delusioni, di drammi sportivi. Perché la Fiorentina nel corso della sua storia ha attraversato momenti bui, quali le retrocessioni dell’era VCG, il fallimento, le continue lotte per non retrocedere, e momenti d’oro, come i due campionati vinti, le coppe conquistate, i campionati giocati con un gioco spumeggiante, come l’annata sotto la guida di De Sisti o l’ultima appena finita con Montella in panchina.
Ed oggi, dicevo, la Fiorentina compie gli anni. Anche se pare si tratti di un errore, ovvero che la data giusta non sia il 26 agosto.
Ma poco importa. Convenzionalmente per i tifosi viola la Fiorentina è nata il 26 agosto 1926.
Ed oggi ci si aspetta un regalo, la prima vittoria in campionato, coincidente con la prima partita del campionato corrente.

Ilicic e la pigrizia

Josip Ilicic, neo acquisto viola, è secondo me uno dei giocatori potenzialmente più forti di tutta la serie A, capace di colpi incredibili e dotato di classe pura.
Il suo problema maggiore è la pigrizia: spesso si sfila dal gioco della squadra, tende ad allargarsi troppo per non partecipare alla manovra oppure resta avulso dal gioco non rientrando nelle retrovie ove necessario.
Vincenzo Montella lo sta schierando in un ruolo per lui insolito, quello di interno di centrocampo: lui ha pubblicamente dichiarato che non gli piace giocare in quella posizione.
Penso che il Mister viola, invece, faccia bene ad insistere: nel calcio moderno non esistono più i ruoli statici, anche il trequartista ha dei colpiti ben precisi, quali seguire il play avversario e pressarlo o rientrare sulla linea dei centrocampisti, oppure abbassarsi parecchio sulla fascia destra in un 4-3-3 dove lui potrebbe fare l’esterno alto a destra.
Personalmente lo vedo bene dietro la punta in un 3-5-1-1, ma è giusto che passi da un esame contro l’indolenza come gli sta facendo fare l’allenatore viola.
Anche perché è bene sfatare un mito: è vero che la Fiorentina gioca un calcio d’attacco e tutti vogliono venire da noi perché ci si diverte, ma è anche vero che la fase difensiva è curatissima e, anzi, quest’anno ancor di più.
E ci mancherebbe altro, con un attacco stellare come abbiamo sarebbe un delitto sciupare tutto “alla Zeman”